L’uomo raccoglie nei libri le aspirazioni più alte, gli ideali e le utopie, testimonianze della sua intelligenza e quasi-divinità ma, non potendo ignorare o nascondere la parte bestiale che ancora lo incatena al mondo, sublima i suoi istinti facendone letteratura. Quando il cibo è presente e protagonista in una pagina, lì l’uomo si racconta profondamente perché canta dal profondo del suo corpo: dallo stomaco. Davanti al cibo, in preda alla fame, si è soli ed egoisti e ci si perde in se stessi, come il soldato di Kazimierz Brandys che arriva all’autofagia o come la Maryska di Hrabal che, dopo il gioco viscerale e ancestrale col sangue del maiale appena macellato, sogna di mangiarsene uno intero.

In un racconto o in un romanzo, i cibi possono essere impastati e cucinati con il mondo e la cultura che li ha prodotti, come la focaccia di Istvan Örkeny che è grande come la grande pianura ungherese e mangiarla significa conoscere tanto profondamente quel mondo da farlo parte di noi (a nostro rischio e pericolo). E così mangiare le seppie con i piselli o il tacchino di Campanile è un’esperienza di conoscenza totale del mondo, dalle profondità marine alle terre emerse, viaggiando, a bordo di un pentolone, attraverso la storia. Adamo ed Eva non hanno forse aperto gli occhi sul mondo dopo aver mangiato una mela?

pranziromanzi1Testi: Bohumil Hrabal La tonsura, Alphonse Allais La fanciulla e il vecchio maiale, Istvan Örkeny Il destino, Kazimierz Brandys Variazioni postali, Manuel Vasquez Montalban Cardi economici alla borghese, Achille Campanile La cura dell’uva; Le seppie coi piselli; Il tacchino.

Musiche: Lorenzo Sabattini La melanzana al micro; Marcia funebre; Pa-pa-pa-pa, Angelo Vargiu Gregor; Minimal seppia, Graziano Solinas Quel maiale della fanciulla; Il tacchino.

ENSEMBLE LABORINTUS lettura Maria Antonietta Azzu, clarinetto Angelo Vargiu, fisarmonica Graziano Solinas, contrabbasso Lorenzo Sabattini.

spazio scenico: 8 x 5 m. Kw: 3

E’ preferibile realizzare lo spettacolo nelle biblioteche che abbiano spazi adeguati o in luoghi chiusi o idonei acusticamente.